venerdì 6 dicembre 2013

Socialità contro 'social network'



In un vagone del "regionale veloce" Roma Termini - Pisa Centrale delle 18:12, quattro donne arrivano alla spicciolata, senza cenni di saluto, evidentemente non si conoscono, probabilmente non si sono mai viste prima.

Ma riempiono uno spazio creato appositamente per favorire l'interazione tra i 'signori viaggiatori', in un tempo in cui il viaggio in treno era anche, naturalmente, un momento di apertura e contatto con un mondo esterno che cessava, per quel momento, di essere estraneo.

Poi i 'signori viaggiatori' sono diventati 'clienti' e ad un 'servizio' pubblico e sociale è stato imposto di generare profitto, in una recessione culturale che ha scisso forma e sostanza, puntando sempre più all'esaltazione della prima e all'estinzione della seconda.

È così che si compie un contromiracolo e persone che avrebbero molto in comune e molto di cui parlare, racchiuse come sono in una fascia di circa 15 anni, per quanto ho potuto osservare, passano il loro viaggio senza parlare tra loro e con lo sguardo quasi inchiodato ad uno schermo di circa diciotto centimetri quadrati.

Che 'rete sociale' è questa?