mercoledì 30 aprile 2014

Quanto ci vuole? Quanti miliardi frutterebbe?

Chiunque voglia fare davvero una spending review non può non cominciare dando una controllata a tutti i derivati stipulati da stato (quasi un anno fa ne parlava anche repubblica ma poi, tralasciando la ridicola risposta del governo?) e amministrazioni varie, ovviamente annullando quelli che sono da annullare e stando bene attenti a tutti i cavilli.
Si fornirebbe così un ottimo esempio anche ai privati, che altrimenti fanno molta fatica a far valere le proprie ragioni.

Si arriverebbe comunque ben 4 anni in ritardo rispetto alle indicazioni inascoltate di gente come Pietro Cambi.


Poi si potrebbe benissimo far pagare il giusto dovuto dal vaticano che anche se pagliuzza son sempre un po' di miliardi!

E ovviamente ridurre le spese e i privilegi militari al minimo necessario e rendere terrestri gli stipendi siderali di politici e boiardi.

E invece si continua a suicidare lo Stato, tagliando servizi essenziali, vergognosamente spacciando per "spesa improduttiva" la stessa funzione pubblica!

sabato 26 aprile 2014

Cantiere europa o euro(eco)mostro?

In una campagna elettorale in cui sono distinguibili solo due schieramenti, contro o pro euro, con un confine più labile di quel che sembra e transizioni dell'ultimo minuto da una parte all'altra, lo spottone sull'europa targato rai che ho appena visto è obiettivamente di parte.
L'ha notato anche allam questo, ma mi pare solo lui, mi sto preoccupando.

Istituzioni e leggi che garantiscano la democrazia?
Paesi pacificati? Pacificati così??

Oltre ad essere infarcito di favole, nell'accennare politiche spesso solo di facciata e prive di reale efficacia, e richiamare nelle belle immagini prese in giro brucianti, se si volesse prenderle sul serio, ad esempio sulle politiche agricole, nel finale si sbilancia con tono più patetico che commovente, quasi implorando di tenere unita l'europa: "saremmo altrettanti sicuri in un'europa rimasta a metà?"
Cos'è una minaccia?! 

Questo perché evidentemente le eccessive semplificazioni e la disinformazione operate da mane a sera dai media mainstream non erano già abbastanza.

Si vede che i sondaggi preoccupano, ma dov'è il contraddittorio? La par condicio??

Voglio Bagnai a reti unificate.

giovedì 17 aprile 2014

«Perché lei dovrebbe stare simpatica agli italiani?»

Ieri sera, tornato a casa, apro la porta e, prima ancora di salutare mia madre, ascolto "lilli" gruber parlare con tono quasi suadente di come fermare l'immigrazione in europa e subito dopo lanciare la pubblicità.

Smadonno un po' inebetito e smarrito, saluto mia madre e scopro con orrore che ospite della trasmissione è marine le pen.

In effetti la quota di presenza televisiva dei FASCISTI era calata troppo negli ultimi tempi vista la prematura scomparsa politica dello sdoganato per eccellenza, gianfranco fini, e la guadagnata irrilevanza di alemanno, storace, gasparri, la russa e bestie del genere.
Spettava loro, per par condicio, almeno una comparsata ed infatti eccola qui, addirittura con il miglior esemplare che il mercato europeo può oggi offrire!

Il problema però, il motivo per cui sono semplicemente furioso, è che mentre la bionda è fascista ma furba, la rossa è armata solo di domande banali e luoghi comuni!
Lo dimostra immediatamente dopo l'interruzione con l'assurda, imbecille domanda «Perché lei dovrebbe stare simpatica agli italiani?».

Davvero il buon giorno si vede dal mattino, da quel momento in poi la fascista sciorina in scioltezza solo un bel mix di cose sensate e beceri, falsi luoghi comuni mentre il gioco tentato e miseramente fallito dalla gruber è, presumibilmente quello di farla cadere in evidente contraddizione con principi democratici per poi magari sbattere il mostro in prima pagina.
In realtà la frase citata nel titolo, con cui gruber apre l'intervista credendo di essere furba e simpatica, appare un fin troppo facile assist, ma preferisco crederlo involontario. E infatti nel passare dei minuti la gruber ha diverse occasioni per mostrare l'ingenuità e superficialità del suo approccio all'intervista.

La fascista d'oltralpe appare completamente a suo agio, da almeno un decennio abituata, con i soliti argomenti falsi e demagogici, ad animare e far crescere in chi l'ascolta la parte più intollerante.
Come ad esempio che gli immigrati «non ce li possiamo permettere perché c'è la crisi» e invece è arcidimostrato che il loro contributo rende la crisi meno dura; o anche quando fa la ramanzina ai giocatori della nazionale che dipinge come bambini viziati, argomento innovativo per il nostro scenario vista la comprensione mostrata ai nostri giocatori quando fu chiesto loro un contributo di solidarietà; o quando si vanta di non impedire la libertà di culto, come se ne avesse il potere!

La gruber prova a correre ai ripari portandola a commentare la politica italiana che però è così malridotta e priva di idee che, con un tagliente "Renzi? Mi ricorda Sarkozy. Le sue sono promesse di austerità a svantaggio dei popoli e a vantaggio delle multinazionali", la le pen fa quasi la figura di una statista.


Concluso il tentativo fallito di provocazione, si passa a parlare di argomenti più seri, ed ecco che la bionda si fionda sulla portata principale ed ha un ottimo gioco nel demolire pacatamente un'architettura europea indifendibile.
La rossa accusa il colpo, va in confusione e la risposta migliore che riesce a trovare è
"Intanto, il cambio delle monete lo decidono i mercati e non i popoli, vorrei ricordare a spettatrici, spettatori e anche alla signora Le Pen."
Una bestialità assoluta che resta tale anche se detta con tono da maestrina saccente, ancor più se viene da una pseudogiornalista! E coglie il segno Lameduck nel notare che "è anche un perfetto specchio dei tempi e dell'inversione dei poli ideali e politici perché, lo sottolineo, quella che ci ricorda che i popoli non contano un cazzo sarebbe una di sinistra".
Dunque la rossa ha un passato politico (da far ridere, ma ce l'ha) in una sedicente sinistra, ma fedele alla linea, anche quando la linea non c'è, ribadisce per l'ennesima volta in faccia al popolo italiano e in prima serata la supremazia della finanza sulla democrazia.
Complimenti vivissimi.

Siamo riusciti a sdoganare anche i fascisti degli altri!
Ma dico io, se proprio la gruber voleva rendersi ridicola e concludere balbettando, non era meglio scegliere il prof Borghi, per esempio?!

lunedì 7 aprile 2014

Basta opinioni.


E forse il problema è che non solo siamo governati da incapaci e ignoranti, ma anche che siamo “informati" da gente che a quegli incapaci e ignoranti prova a fornire alibi o giustificazioni.
O che, ancor più spesso, ci troviamo di fronte il giornalista di partito (dichiarato o meno) o quello "di parte" perché ha convizioni sue, o il giornalista amico che "regge il moccolo" e di fatto fa da palo mentre spogliano la res publica e annacquano i nostri diritti quel tanto che basta per renderli inesigibili.

Quando parla, Enrico Mentana tiene molto a evidenziare la sua indipendenza dai partiti e a sostanziarla farcendo le sue molte parole con scomodi (o presunti tali) aneddoti e retroscena e con dettagliati (?) approfondimenti ma, non diversamente da moltissimi suoi colleghi, quasi mai riesce a scalfire la superficie delle questioni che tratta, fornendone un quadro che descriva:

motivazioni alla base;
alternative possibili;
conseguenze verosimili

delle (pseudo)soluzioni scelte da chi governa.

Nelle interviste poi accompagna la sua aneddotica ad assist vari per i "cavalli di battaglia" del politicante di turno.
Molti lo indicano come uno dei migliori giornalisti, posso essere d'accordo se espelliamo dal "giornalismo" ogni traccia di obiettività e di aderenza allo stato reale delle cose per abbandonarci alla ricerca e discussione del senso comune.

Non si può di fatto concorrere al mantenimento dello status quo e definirsi giornalista.

Ps: che Mentana sia tra i migliori lo credo davvero, ma credo anche che sia più vicino a uno show-man che a un giornalista.