martedì 16 giugno 2015

Ancora non smettono di prenderci in giro

Oggi, mentre Stefania Limiti con pazienza infinita e attenzione certosina demoliva, parola dopo parola, la valanga di semplificazioni qualunquiste e di falsi obiettivi distraenti degli interventi precedenti, ho incontrato per pochi intensi secondi lo sguardo e i piccoli occhietti stanchi di paolo cirino pomicino.

Dopo aver ascoltato l'eloquio forbito ma falso di un vero democristiano, a stento sono riuscito a controllarmi e impedirmi di urlare «ma perché non dite la verità? fatela finita!».

Perché si, anche dopo 37 anni il caso Moro è aperto, presenta moltissimi punti oscuri, soprattutto se ci si costringe a seguire solo le versioni ufficiali, e obbliga molti 'esperti' a vere e proprie scene teatrali per tenere viva la finzione e distratto l'uditorio. 

Purtroppo la risposta è semplice, la motivazione è una: non c'è la voglia, l'interesse.

Da un lato alcune cose non si possono (ancora) dire, chiaramente perché ci sono persone coinvolte che ancora hanno potere e non vogliono perderlo.
Molti altri poi sono 'eredi' di protagonisti di quegli anni e anche loro hanno interesse affinché nulla cambi. La somma di questo è che ci sono centinaia di persone nelle Istituzioni che SANNO.


Infine sullo sfondo, c'è la gente, che risponderebbe 'ho ben altro a cui pensare' o minime variazioni sul tema, sullo sfondo si vede l'interesse pubblico che non c'è, non esiste più: è evaporato sotto la potenza degli oscuri raggi di politiche distruttive del tessuto sociale, che hanno mirato e ancora mirano a creare contrapposizioni e fratture, le cosiddette 'guerre tra poveri', per indebolire e distrarre l'opinione pubblica, per favorire il controllo sociale e mietere facili consensi, additando come comodi nemici pubblici i soggetti più esclusi, deboli, marginali.

Anche chi, per formazione o tradizione politica, era portato a maggiore attenzione e sensibilità verso i temi sociali e a favorire politiche più aperte e di protezione del lavoro e di rispetto della funzione pubblica, è oggi disorientato dalle posizioni di uno stato che troppe volte ha tradito se stesso, cioè i cittadini.

Avremmo altro a cui pensare, è vero, ad esempio grazie alla continua opera di precarizzazione del lavoro, che l'attuale governo ha portato avanti come nessun altro prima, siamo distratti da altre questioni più pressanti e individuali, come il mantenimento o la ricerca di un posto di lavoro: anche grazie alle 'guerre tra poveri', siamo tornati finalmente, al contatto diretto con la durezza del vivere!


Come nell'ottocento!
Come se la Costituzione non ponesse la dignità umana al centro dell'impianto repubblicano e non impegnasse lo Stato a rispettarla e alla rimozione degli ostacoli che ne impediscono il pieno sviluppo.


Probabilmente su certi fatti non si potrà mai fare chiarezza in modo definitivo e pubblicoperché altrimenti si aprirebbe il vaso di Pandora e salterebbe lo schema di potere che tiene questo paese in una sovranità che sempre più scopriamo FINTA, da burletta.

Perché l'assoluta mancanza di sovranità reale, della possibilità di fare scelte libere e indipendenti, è ciò che ha permesso il perpetuarsi di quegli intollerabili scempi di cui la storia del nostro paese è costellata e, attraverso un filo nero, ci ha portato al giogo sotto il quale siamo oggi, i cui ceppi si chiamano nato, euro e prossimamente ttip.

Finché mancheranno i presupposti di un'ampia partecipazione pubblica sostenuta da un'informazione attenta, indipendente e pluralista, non si potrà affermare che l'Italia è una democrazia.

Naturalmente questo governo sta andando nella direzione diametralmente opposta.