giovedì 8 settembre 2016

Votare come in chiesa


Sarà capitato anche a voi di trovare in giro per la rete uno 'spiegone' delle cosiddette riforme costituzionali (qui uno particolarmente efficace, dettagliato e contemporaneamente molto sintetico! qui addirittura un agglomerato di spiegoni, infine qui uno spieghino video molto sintetico ed equilibrato tra si e no) che mira - nel migliore dei casi, non certo qui - a far luce sul referendum costituzionale di ottobre - anzi di novembre, anzi di fine novembreinizio dicembre, anzi chissà.. - e che magari si conclude con un invito a votare 'sì' perché così si risparmia.
Beh ma allora fatemi decidere tutto a me, risparmiamo ancora di più no? Vi faccio prezzi modici, giuro!

Insomma al seicentesimo elenco di fesserie non ce l'ho fatta più, dopo aver visto un amico apprezzare questa sequela di lievi imprecisioni (cit.):


Questa cosiddetta - "riforma è parola nobile" dice sempre, giustamente, l'avvocato Felice Carlo Besostri - 'riforma costituzionale' fa così schifo, sia nel merito dei contenuti, sia nel metodo di come è stata ratificata, sia nel contesto che l'accompagna da un punto di vista politico, sociale, istituzionale, ... che non c'ho visto più e mi sono lanciato di getto in una risposta punto per punto con un contropapiro:

1) (e 3)) si velocizza il processo legislativo? No! Perché, come dici in 3) il senato, pur senza rappresentatività popolare, ha comunque 'potere di richiamo' su quasi tutte le materie, può dire la sua e costringere la camera ad esprimersi (accogliendo o rifiutando) il suo contributo, questo potere di richiamo è esercitabile di fatto ogni volta che vuole, quindi il procedimento legislativo non è né accorciato né semplificato! (quindi morto il 'pro', resta solo il contro che hai individuato: troppo potere al governo!)


Avrei dovuto aggiungere che le leggi che non si approvano celermente sono solo quelle di iniziativa parlamentare!
Mentre abbiamo qui l'interessante statistica delle 'navette' della presente legislatura, cioè quante volte una legge ha fatto avanti e indietro fra camera e senato:
A proposito della 'velocità in giorni' - per i futuristi eventualmente presenti nel nostro pubblico - vorremmo mostrarvi qualche esempio notevole, giudicate voi se il problema è la farraginosità' del 'meccanismo istituzionale o altro: 
legge fornero: la riforma previdenziale del governo monti ci mise appena 16 giorni e infatti ha causato il dramma degli esodati che è durato anni;
rinnovo delle missioni all’estero del 2012: approvato definitivamente in 25 giorni;
rimborsi elettorali: 35 giorni (anche tanto);
lodo alfano: 20 giorni, 24 dalla proposta in consiglio dei ministri ma - sarà un caso - aveva anche questa qualche problemino: l’incostituzionalità!
slittamento del referendum sulla legge elettoraleproposta (era il 2009) da quel volpone di cicchitto, riuscì nel miracolo di farla approvare in 6 giorni (!!) e contemporaneamente di impedire il raggiungimento del quorum!

Per altre leggi, è vero, le camere sono molto lente: nel 2008 per far passare - solo al senato! - l’istituzione di una commissione parlamentare di inchiesta sulla mafia ci vollero due mesi; per approvare il riconoscimento dei figli naturali, presentato da Rosy Bindi, un totale di 1259 giorni e per uno straccio di legge anticorruzione scritta coi piedi ben 1456 giorni!
Insomma, per alcune leggi si corre, per altre no, addirittura abbiamo visto una legge costituzionale
 andare veloce come il vento, la vergognosa ma famosa 'introduzione del pareggio di bilancio'! 

2) "in conformità alle scelte espresse dagli elettori per i candidati consiglieri in occasione del rinnovo dei medesimi organi" è una frase che non vuol dire niente e che ha in sé una (almeno) doppia ambiguità che in caso di ricorso alla Corte Costituzionale farebbe drizzare i capelli a qualunque giurista: "in conformità" pare voler azzerare il libero arbitrio dei consiglieri per l'indicazione dei senatori e restituire la scelta ai cittadini (ma allora il senato è elettivo!) e se il consigliere-senatore a un certo punto cambia partito (in consiglio regionale può succedere esattamente come in parlamento!) decade dalla carica di senatore perché non è più in conformità?

Non basta questo a capire che sta roba è scritta coi piedi?
E il rinnovo? Il senato si 'rinnoverebbe' parzialmente ad ogni caduta di ogni consiglio regionale! Vai a vedere quanti ne sono caduti negli ultimi 5 anni!
Nessuna indennità? Manco il treno? Il soggiorno in caso di seduta che duri fino a notte? Un buono pasto? Per sé e i collaboratori? È credibile? E se è credibile, è giusto?

E l'immunità? I consiglieri regionali sono statisticamente i politici più indagati di tutti, è certamente un caso che venga loro concessa l'immunità ed è anche un bel regalo.

Per chi l'ha persa o non la ricorda, in questa puntata, tra 17:27 e 19:35, quel gran genio (cit.) di Maurizio Crozza ci da un assaggio di come saranno i futuri inquilini di palazzo Madama.


3) mostra come il 'potere di richiamo' dei senatori sia in effetti senza limiti, poiché ogni volta che viene esercitato dal senato può posporre fino ad altri 30 giorni l'approvazione definitiva da parte della camera, se viene fatto ogni 10 giorni non si finisce più! 


Inoltre stiamo parlando di questo, eh... ---->

4) bei numerini ma perfettamente inutili: una volta a 'regime' il prez verrà sempre eletto al primo colpo con maggioranza schiacciante (alcuni direbbero 'bulgara'), quella stessa maggioranza che l'italicum - legge elettorale illegittima, pure approvata in modo illegittimo! - donerà al partito che vincerà il (probabilissimo, quasi certo) ballottaggio, indipendentemente dal conteggio effettivo dei voti ricevuti alle 'elezioni'.

E allora, mediante l'assurdo rapporto di 6 a 1 della camera sul senato, quella stessa maggioranza bulgara - ma ormai si dovrà dire italiana! - alla camera dei deputati basterà per avere il potere di scegliere tutti gli organi di elezione parlamentare, quindi non solo il capo dello stato e ovviamente i presidenti delle due camere - seconda e terza carica dello stato, che in caso di 'problemi' sostituiscono la prima! -  ma anche di indirizzare i giudici della Consulta scegliendone la maggioranza - i 5 spettanti al parlamento ma anche i 5 spettanti al capo dello stato ormai ridotto a una specie di cameriere (mentre ora abbiamo un silenzioso, umile notaio) - e giù a cascata i membri del csm e via cantando, completando col botto l'appropriazione totale delle istituzioni repubblicane da parte di un solo uomo.

5) quello che scrivi sui referendum non è completo ma già basta a far vedere che diventerà più difficile per la cittadinanza far sentire la propria voce.

6) come 4) con due differenze: pur essendo non più elettivo e con una funzione legislativa 'strana' (qualcuno direbbe schizofrenica, altri menomata, altri boh!) come abbiamo visto, il senato sceglie alcuni dei giudici costituzionali che dovranno poi decidere della legittimità eventuale di OGNI legge della Repubblica? non ti pare strano?

E poi, non c'è proporzionalità! il senato ha meno di un sesto dei componenti della camera ma elegge solo un giudice in meno??
7) il cnel e i suoi gemellini diversi non sarebbero organi privi di importanza, se sono stati usati nel tempo come 'parcheggi' non è colpa dell'istituzione stessa ma di chi vi siede parcheggiato dentro, non credi?
7bis) 'regioni virtuose' è praticamente un ossimoro visto che nessun consiglio regionale è stato esente da indagini per i motivi più vari (ma i rimborsi truccati ci stanno sempre)


8) gran peccato che ciò non sia possibile già ora! con la sentenza 1/2014 abbiamo infatti visto che il 'porcellum' era illegittimo in due fondamentali dettagli che aveva ereditato in parte dal 'mattarellum' (ch'era dunque pure illegittimo) e che in forma anche più accentuata ritroviamo anche oggi nel cosiddetto 'italicum', che dunque è già anch'esso illegittimo e della questione sarà presto investita la Corte Costituzionale (per altra, faticosa, via di cui questo è solo un esempio ma analoghi ricorsi sono stati già presentati in quasi ogni tribunale sede di corte d'appello)!

9) la rappresentanza (di genere o tout court) sarebbe una gran bella cosa, ma darcela è compito della legge elettorale: ne è priva, per questo è illegittima, come pure le ultime due...

Dunque perché voti 'si'?
Dei cinque motivi che hai elencato (e poi ne hai elencati SETTE per votare 'no'..):


il primo l'avevi già smontato tu stessa col punto 3);

il secondo mi è sembrato ti preoccupasse infatti tu stessa hai scritto "potrebbe assegnare troppi poteri anche ai futuri governi";

il terzo è il discorso sui 'costi della politica', ma il risparmio dato da questa riforma è già stato ampiamente ridimensionato, ma la domanda centrale è vuoi un sistema che funzioni in modo democratico o uno low-cost?
Mario Mauro, un senatore politicamente lontanissimo da me (credo anche da te) che ho spesso sentito sostenere cose orribili, ex ministro della difesa, persona che non stimo insomma, durante l'iter parlamentare della 'riforma' disse questa cosa che mi fece venire i brividi e mi strappò un applauso, vedi tu cosa pensare:


il quarto pure è contraddetto dalle tue stesse parole visto che il numero di firme aumenta, quindi per la 'democrazia diretta' diventa più difficile emergere;

infine sinceramente faccio fatica a capire cosa s'intende con 'camera di compensazione', ma comunque un organo del genere c'è già ed anche qui, come col cnel e simili, dipende da come lo si usa! In ogni caso creare ridondanze non diminuirà i conflitti, credo.
Quelli tra stato e regioni che sono già aumentati con la precedente riforma del titolo V (scritta già malino) e hanno rappresentato per lungo tempo quasi il 50% dell'intero lavoro della Corte Costituzionale, rischiano ora di diventare una valanga (qui addirittura si parla di 'contenzioso alluvionale' al punto 5. pagina 8).

Dunque, sei ancora convinta del tuo 'si'?


La risposta non tarda ad arrivare, anzi dopo circa 2 minuti (avrà fatto un corso di lettura veloce!) un bel

Evidentemente non ha visto né letto nulla, il solo video dura più di due minuti!

Evidentemente vuole credere a ciò che il potente dice e diffonde coi suoi megafoni in una fiducia che, per quanto è mal riposta e impermeabile alla logica e a ogni critica, sconfina nella fede.
Si spalanca così un abisso dinanzi ai nostri occhi.




Cerchiamo di riflettere bene (anche senza pudore di chiedere aiuto) su dove mettere la nostra 'X' o potremmo trovarci alle prossime elezione a gettar voti come preghiere, nella speranza che nell'empireo che ci sovrasterà, e che non potremo mai arrivare a comprendere, qualcuno abbia pietà della nostra povera condizione.


Ma sappiamo tutti che il vivere libero, in una vera repubblica, è un’altra cosa.

martedì 22 marzo 2016

A(nother) history of violence

Mentre riparte la grancassa dello scontro di civiltà, che ogni volta suona sempre più falsa ma che va necessariamente spinta a volume sempre più alto, per nascondere sempre più cose - o meglio le mille variazioni di uno stesso tema: lo sfilamento dei nostri diritti uno per uno - voglio darvi un'immagine di violenza vera e pura. E vicina.
E italiana al 100%.

Sono sul treno, stiamo arrivando alla stazione, le porte sono a mezzo metro dal mio naso, il vecio davanti a tutti sta per premere il bottone dell'apertura, ma le porte si aprono prima che del suo tocco.

L'apertura simmetrica mostra un visino sorpreso ma soddisfatto e un ditino proteso appartenente a un cucciolo d'uomo di meno di 10 anni.

Mentre per un attimo il muro di gente che gli si para dinanzi rimane immobile davanti a lui, la madre che gli sta di fianco - e che al telefono bercia qualcosa di incomprensibile, probabilmente inumano - gli assesta un calcione sul lato che lo fa spostare fuori dalla gittata del fiume umano che torna a casa indifferente alla scena.

Né il calcione né l'indifferenza sono per me più violento e ignobile degli attacchi di oggi.

venerdì 1 gennaio 2016

auguri Costituzione, auguri Italia

La firma della Costituzione, da parte del capo provvisorio dello Stato Enrico De Nicola,
poi entrata in vigore il primo gennaio 1948

Oggi la Costituzione compie 68 anni, un bel numero, rotondo ed evocativo di un anno importante in questa parte del mondo - fu l'anno prima di Woodstock! - anche se troppo romanzato nelle varie narrazioni.
Numero rotondo e anno emblematicamente difficile per il nostro paese, diviso tra l’invidia o la speranza per un ‘maggio francese’ - magari un po’ in ritardo - e, dall'altra parte, la psicosi o lo spauracchio di cambiamenti ben più che impossibili, il cui anche solo balenare l'illusione sarebbe stato un pericolo intollerabile: a dare l'idea che ben altre erano le 'svolte' possibili, basta considerare che il '68 si situa quasi a metà tra il piano solo e il golpe borghese, operazioni che volevano essere 'eccezioni' alla Costituzione vigente e che per poco non si sono realizzate.

Dunque salutiamo il sessantottesimo anno - forse l'ultimo - dall'entrata in 'vigore' della "Costituzione più bella", ma che pochissimi italiani oggi conoscono in un generale disinteresse e dunque quale 'vigore' ha davvero?
È tra le meno rispettate, almeno nella parte di mondo che convenzionalmente chiamiamo 'occidente', perché la meravigliosa opera formativa e divulgativa avviata agli albori della Repubblica con la pubblicazione e distribuzione gratuita delle Guide alla Costituente, non ha poi avuto alcun seguito e dunque la gente o invecchia e dimentica, o è interessata ad altro e non si cura di sapere (e dunque non cambia niente). Di certo perché i governi che si sono poi succeduti - almeno negli ultimi 25 anni - si son guardati bene dall'alimentare la passione civile delle generazioni successive. Anzi.

Sicuramente è però la più insidiata del mondo, a scorrere i vari colpi di stato armati e non, il «salvare lo stato» a qualunque costo (e beato chi riesce a farci pure dell'ironia), gli attentati insieme ai tentativi di cambiarla e snaturarla, a volte in modo subdolo e vigliacco ma poi disconosciuto, altre volte in modo sprezzante e violento come solo certe false parole sanno essere.


il bell'incipit di ainis che (solo 3 mesi fa?) si accorge del pericoloso complesso delle controriforme renziane, ma comunque non rinuncia agli ambigui equilibrismi (a cominciare dal titolo)

È forse solo per caso che poco dopo la scoperta dei magheggi eversivi di gelli e quindi con l'aborto dell'ultimo tentativo 'esterno' per prendere il potere, hanno iniziato a provarci 'da dentro', mettendo in atto le più varie pratiche per svuotare di senso la Costituzione e la prassi democratica, cominciando a lastricare la via parlamentare per violentare la Costituzione? Forse. O forse no.
Incidentalmente sono arrivati a svuotare di senso l'intera politica nazionale, portandola oggi ad agire solo contro l'interesse pubblico e la qualità e la quantità delle sfide contenute nella stagione referendaria che si approssima lo testimonia eloquentemente: oltre alle controriforme costituzionali e all'italicum, c'è da neutralizzare almeno gli effetti più nefasti di 'sbloccaitalia', 'jobsact' e 'buonascuola' !
I miei complimenti.



La Costituzione del '48 è una bellissima collana di perle.
Ogni perla è un diritto, lí presente perché considerato 'fondamentale', irrinunciabile.

Cosi come ogni perla, che attrae e stupisce per l'insieme di eleganza e semplicità, ciascun articolo è scritto in modo semplice ma mai banale: per essere compreso nella sostanza da tutti e allo stesso tempo consentire livelli di lettura più approfonditi.

E come ogni perla che compone la collana ha un piccolo foro, non immediatamente visibile ma importantissimo perché le tiene tutte legate l'una all'altra, ad un esame attento - che non tralasci la visione d'insieme - si può vedere come anche i nostri diritti fondamentali sono legati, nel comporre la nostra Carta, da un fil rouge che li collega tutti e che li rende complementari.

I padri costituenti ci hanno così consegnato un testo di un equilibrio raro che appare praticamente perfetto nella contemporanea garanzia dei diritti di tutti - quelli collettivi insieme a quelli individuali - e nella conseguente costruzione di una forma statuale votata alla loro conservazione, al loro effettivo esercizio e perfino in grado di promuovere loro miglioramenti e ampliamenti.

Quell'equilibrio è precisamente ciò che dovrebbe intendersi per identità nazionaleun equilibrio del tutto particolare, unico e non ha alcun senso confrontarlo con quello maturato in altri paesi attraverso processi storici, sociali e culturali totalmente diversi.
È inoltre sciocco e disonesto sia disconoscerlo, sia provare a etichettarlo e catturarlo sotto le insegne di uno schieramento politico, quale che sia!

Quell'equilibrio, scritto su un pezzo di carta e perciò assolutamente teorico, per essere reale, vivere e conservarsi attivo necessita della coscienza, altrettanto attiva, dei cittadini e dei diversi attori sociali, in primo luogo delle stesse istituzioni che quell'equilibrio non sono solo chiamate a rispettare ma anche a preservare!


Quell'equilibrio contempera e si alimenta naturalmente delle differenti esigenze, dei vari corpi sociali, a vedere garantito e libero il proprio accesso a quei diritti: non nega la lotta politica, la contrapposizione logicamente conflittuale che inevitabilmente origina dalla convivenza di interessi eventualmente opposti, anzi!
Invece di ignorare il conflitto lo regola e lo pianifica, fornendogli sedi opportune per una risoluzione leale che sia rispettosa di tutte le parti.
La prima di quelle sedi è il Parlamento: sovrano perché cardine del nostro ordinamento, luogo dove i conflitti devono manifestarsi per trovarvi soluzione con il concorso di tutte le forze politiche, cioè di tutti gli italiani insieme, a questo serve la rappresentanza.


Spetta poi alle persone che rivestono pro tempore incarichi istituzionali di consentire e favorire accordi equi, soluzioni vere. E spetta loro come una precisa responsabilità personale - della cui negligenza potrebbero e dovrebbero essere chiamati a rispondere - non come un vezzo, un passatempo o un favore elargito alla comunità.

Tra i conflitti di cui il nostro ordinamento certamente non ignora l'eventualità c'è il più classico, quello tra governante e governato!
Per questo la parte finale del testo, la più delicata, è interamente dedicata alle garanzie costituzionali, ma «dagli anni Ottanta in poi i leader politici italiani hanno scelto l’Anticristo, ed è su tale scelta che costruirono le proprie fortune (il primo fu Bettino Craxi; dopo di lui D’Alema, Berlusconi, Renzi). Perché tutto questo cicaleccio sull’urgenza di correggere la geografia istituzionale ha inoculato un veleno nel corpo della Costituzione, le ha sottratto autorità e prestigio, l’ha delegittimata. E perché l’insuccesso dei vari tentativi di cambiare le regole scritte si è scaricato sulle regole non scritte, allevando una Costituzione materiale opposta a quella formale. Di conseguenza gli italiani si sono trovati in tasca due Costituzioni, e perciò nessuna».


Ricordiamoci sempre che il punto a cui siamo arrivati non è dato dalle debolezze della 'collana' (ogni struttura ne ha) ma da scelte consapevoli di uomini di governo che hanno abusato delle libertà concesse dal loro ruolo senza tenere conto delle responsabilità che parallelamente le accompagnano e sfruttando quelle debolezze per il proprio tornaconto personale e la propria sete di potere.

È così che oggi - dopo una lunghissima e variegata serie di attacchi - sono cadute quasi tutte, una dopo l'altra, a seguito di più di un ventennio fatto di pressioni indebite e infiltrazioni che le ha piegate e plagiate fino a renderle incapaci di dire no al sovrano che siede a palazzo chigi e comanda a bacchetta le due camere.

È il filo rosso del parlamentarismo che tutte queste perle teneva insieme, collegandole in una forma (allora) nuova che più di tanto non può cambiare senza rompere il legame e perdere il significato, ne abbiamo già perso molto, dobbiamo essere coscienti che non è stato perso per caso e che è lo stesso filo da cui possiamo riprendere le perle e risistemare la collana: basterebbe tornare ad avere un Parlamento costituito da rappresentanti invece che da servi del nuovo, ennesimo monarca.

Ma dobbiamo reclamarlo noi in prima persona, o saremo i primi servi.