martedì 22 luglio 2014

la staffetta b - r deve accelerare il passo

Ma quanto mi dispiace!
Proprio mentre l'opera di "normalizzazione" delle larghe intese si sta di fatto completando - implicitamente e involontariamente realizzando la relazione pd-l lanciata da grillo tempo fa - e pare poter andare anche oltre arrivando quasi a insidiare parte dello stesso m5s, che cominciava qualche segno di cedimento.. bene proprio ora, arriva emilio fido e vuota (un po') il sacco!!




Ce la farà l'unto di Rignano sull'Arno a completare la sua perversa opera prima che la verità gli esploda in faccia con una evidenza tale da rendere inutili i suoi scrivani e rompendo i fragili equilibri di cui ha bisogno?

O magari sarà la debolezza dei conti che non fanno che peggiorare a costringerlo a una fine ingloriosa?

sabato 5 luglio 2014

Neanche una parola.

Pur non sopportando moltissime posizioni assunte da politici pd da una parte e da politici m5s dall'altra, ho sempre ritenuto di dovermi interessare di entrambi gli schieramenti e di doverci dialogare e confrontare - in modo proficuo, quando possibile.

Dal mio punto di vista, esterno a entrambi, ho assistito in questi ultimi mesi a fenomeni contrari: nei primi un generale accentramento attorno alla leadership, nei secondi non dico un allontanamento ma certamente un ridimensionamento.
I motivi di queste opposte dinamiche sono ben noti e sotto gli occhi di tutti.

Ieri è successo che un profilo facebook autochiamatosi 'Democratici Di Sinistra' mi ha chiesto l'aggiunta, che ho accettato subito - come faccio sempre, riservandomi in un secondo tempo un giudizio.
Dopo zero interazioni, stamattina quel profilo mi consiglia una pagina di un politico locale con cui già una volta ho avuto una strana esperienza e allora chiedo spiegazioni.
Agevolo una slide:




Il risultato è stato questo:



Mi ha bloccato. Senza neanche una parola.
Penso sia un record :D

giovedì 3 luglio 2014

Il tempo di renzi

Ormai si sa, durante la strategia della tensione alla «fittissima attività eversiva non erano estranei gli apparati istituzionali italiani e i centri informativi della Nato e degli Stati Uniti, che sapevano, tolleravano, vigilavano, ora spingevano, ora frenavano. Senza quella guida e quella tolleranza, il grande circo dell’eversione non serebbe durato più di qualche mese».

Precisamente quell'«ora spingevano, ora frenavano» era messo in atto non solo materialmente da infiltrati in posti chiave ma soprattutto dall'organizzazione di vere e proprie 'campagne di scopo' che puntualmente dovevano concludersi con delle 'ora x' anche se non sempre si concretizzavano con i vari tentati golpe.
Esattamente questo vuol dire l'espressione 'strategia della tensione'.


Cioè se vuoi una cosa fatta bene te la devi organizzare gestendo in modo oculato le diverse fasi temporali: 

  • se vuoi raggiungere un obiettivo finale induci un 'crescendo', o 'escalation' come dicono i tiggì, che si faccia più pressante in vista del finale;
  • se invece devi gestire un periodo lungo, e non vuoi farlo apparire uno stabile mortorio, crei tanti piccoli crescendo, magari spacciando tante piccole 'ora x' che però rimandi o realizzi parzialmente.



Ora che le bombe sono quasi solo quelle che vengono dal mondo della finanza, le tante 'ora x' propagandate da renzi - a volte lanciate come annunci ad effetto, in linea con la ormai tradizionale dichiarazia, altre volte proprio come minaccia - non sono solo un modo per apparire in tv e guadagnare consenso facendo credere di fare le cose, ma è anche il tentativo di creare una tensione, un'aspettativa, verso un obiettivo comune, perfettamente strumentale al mantenimento del consenso acquisito che va continuamente puntellato, ovviamente non solo coi tweet.



Dunque i rimandi, i mezzi passi avanti servono a mantenere quella tensione propositiva (finta?) che può poi essere capitalizzata come consenso in campagna elettorale in modo molto semplice, più o meno così:
«Ecco avete visto, ci ho provato in tutti i modi ma mi hanno messo tutti i bastoni tra le ruote. Vi chiedo ora il mandato per realizzare il nostro progetto di paese!»

E giù tonnellate di retorica per conquistare a mani basse (e definitivamente?) il potere.
È un trucco già visto, ma funziona sempre bene..
In bocca al lupo paese.

mercoledì 2 luglio 2014

Il nostro paese bloccato: un primo esempio

Il magistrato e blogger Alessio Liberati - in un silenzio distratto da altre cose più importanti come gli 80 euro, la preparazione della nazionale per il mondiale, il solito tira e molla su riforme istituzionali, la riforma della pubblica amministrazione, la riforma dell'universo mondo - ha proposto l'abolizione della giustizia amministrativa, definendola addirittura necessaria.


Certo, una cosetta da nulla per chi si vuole sbarazzare del Senato e del rischio di esserne sfiduciato, ma è potenzialmente un argomento trasversale, che può piacere a tutti per i motivi che lo stesso Liberati elenca: sarebbe una semplificazione istituzionale che porterebbe a un utilizzo più efficiente delle risorse e a una migliore diffusione delle competenze che invece corrono il rischio di restare patrimonio esclusivo di nicchie di privilegio - come del resto è sempre stato finora, ma visto che adesso tutti parlano di cambiamento, ci permettiamo qualche illusione.

Si avrebbe magari una giustizia complessivamente meno lenta, un considerevole risparmio di risorse non solo economiche e si farebbe così contenti sia i fan della spending review sia chi lamenta una giustizia troppo lenta.

Ce n'è pure per gli "anticasta", grazie ai riferimenti sui vari privilegi e conflitti di interesse che vedono protagonisti di primo piano moltissimi magistrati amministrativi.
Infine ce n'è anche per quei due o tre che ancora e davvero credono ci sia una questione morale in questo paese.


Dunque perché questa proposta non conquista le prime pagine dei quotidiani, né la ribalta del dibattito politico così da scoprirne anche i contro?
Perché oltre ad avere lati gustosi per quasi tutti i palati, pesta anche e pesantemente i calli di pochi ma potenti, non esattamente santi e magari con indosso grembiulini, anche se vige un espresso divieto per i magistrati amministrativi di appartenere a logge massoniche!


Oggi, visto il fiorire, come a primavera ma da una terra avvelenata, delle vicende corruttive appena emerse in materia di appalti pubblici, il Liberati ha colpito ancora, chiamatelo Torquemada!

Come molti altri ben più esperti e veloci a stracciarsi le vesti a seguito dello scandalo del giorno, ne trae un quadro di assoluto degrado civile e morale che in ogni modo politica, alti manager e imprenditori cercano di coprire - aiutati, non potrebbe essere altrimenti da un certo modo di 'fare informazione' - una visione immonda che sintetizza efficacemente con 
gli appalti pubblici sono ormai mafia e criminalità.

E non a caso cita il codice degli appalti che viene ormai indicato come uno strumento inadeguato e inefficiente a garantire la legalità negli appalti.
Direte, "che c'entra con la magistratura amministrativa?", c'entra eccome, si tratta del cosiddetto 'codice De Lise', scritto da una commissione composta da diversi magistrati amministrativi e presieduta da Pasquale De Lise soprannominato 'il boiardo eterno' visto che è nei 'palazzi' dal 1972 - per gli amici 'Pasqualino sette poltrone' - per anni ha presieduto prima il TAR del Lazio e poi il Consiglio di Stato - organo supremo della giustizia amministrativa, proprio deputato ad assicurare la trasparenza delle pubbliche amministrazioni e l’accesso agli atti di queste ultime, in base alle norme vigenti - e che, specialmente negli ultimi anni, con la presidenza del molto apprezzato, ma un po' 'chiacchierato' De Lise, è stato più volte sfiorato da intercettazioni, scandali e vergogne assortite, entrando anche in contrasto con lo stesso TAR del Lazio.


La visione del Liberati mette in evidenza subito un'incapacità sia strumentale sia culturale da parte della giustizia amministrativa per affrontare e arginare il fenomeno, e ne trae aggiuntive ragioni ai suoi argomenti per abolire la distinzione tra giustizia amministrativa e ordinaria.

Nell'attesa va anche oltre con una proposta per l'immediato, indirizzando al presidente del consiglio la supplica - che potrebbe essere presa per una battuta - di cambiare le competenze di TAR e Consiglio di Stato togliendo loro il sindacato su appalti, urbanistica, autorità 'indipendenti' e classe dirigente pubblica e mandandoli a giudicare controversie sulle multe stradali!!

Sembrerebbe una proposta punitiva e lesiva di una 'maestà' non sbandierata ma certamente esercitata al di fuori di ogni controllo esterno poiché è lo stesso Consiglio di Stato che decide su ricorsi e dispute sul Consiglio di Stato mentre il responsabile titolare dell'azione disciplinare nei confronti dei magistrati amministrativi è il presidente del consiglio - e non il ministro della giustizia, come per i magistrati ordinari, civili e penali! - ma, neanche dopo tutti questi fatti, non risultano iniziative in tal senso, né auspicabili, pressanti, dovute richieste di chiarezza e trasparenza su quest'area grigia, su una ristretta cerchia che esercita un potere enorme, anche se poco conosciuto e visibile, in grado di condizionare pesantemente l'attività dei governi.

Ora si sta forse muovendo qualcosa, di fronte ai sospetti di sentenze vendute nei TAR e nel Consiglio di Stato? Non mi pare, renzi sembra interessato a tutt'altro.
Una delle proposte più efficaci e d'impatto formulate da Giovanni Falcone fu la rotazione delle sezioni di Cassazione e permise la condanna nel 'maxi-processo' che altrimenti, prevedibilmente, sarebbe stato cassato dall'ammazzasentenze, nel Consiglio di Stato ritroviamo un potere decisionale nelle mani di un gruppo anche più ristretto a cui competono le cause su tutti i miliardari appalti italiani.

I risultati sono sotto gli occhi di tutti, cos'altro serve per sentire l'esigenza e mettere in pratica una riforma radicale?
Renzi sarà capace di sbloccare questo paese?
Lo vuole davvero?